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Stress e un Week-End a Sorpresa

Ieri è stato uno di quei giorni : nervosismo a palla, mille mila cose da fare, interruzioni continue, scadenze a minuti, insomma, un casino.

In più il capo non mi ha lasciata respirare un attimo, chiamandomi per qualsiasi cavolata. Mamma mia, lo avrei strozzato. E lo ha capito. E’ sempre difficile darsi un equilibrio. Quanto accettare, quando far capire a qualcuno che sta passando il limite.
Bisognerebbe riuscire a dire tutto col sorriso e a volte ci si ritrova a tacere con il muso.
Atteggiamento sbagliatissimo. Sto migliorando. Ci lavoro da anni. Non è facile.
Non è facile per chi è abituato a chiedere timidamente e ritirarsi sull’aventino, quando ha uno scontro.
In questi anni ho imparato ad evitare l’aventino, a discutere apertamente dei problemi, a prendere le cose in modo molto meno personale e più positivo.
Ancora devo migliorare il ‘chiedere timidamente’ : non bisognerebbe eppure mi è difficile non farlo.
Ci vorrebbe una bella faccia da schiaffi e chiedere anche cose pallosissime con la più giuliva delle espressioni, mentre io ho tendenza ad immedesimarmi nel povero diavolo che ho davanti, penso alla marea di lavoro che ha già da fare e mi metto in coda. Devo assolutamente correggere quest’attitudine, se voglio crescere professionalmente. Per un executive tutto deve essere urgente (anche se in realtà non lo è), la mole di lavoro deve essere un problema secondario, le sue necessità devono essere prioritarie, anche se necessita di un gelato al cioccolato. E poi, che dico : un boss non necessita mai. Un boss vuole. E c’è una bella differenza. Le cose necessitano di essere fatte, ma le persone che occupano posti alti non le necessitano : le vogliono. E questo a prescindere dall’oggettiva urgenza. Le vogliono e basta. Chi le esegue non è tenuto a sapere perché. Non più di tanto. Deve credere sempre ci sia un disegno superiore che non gli è concesso comprendere completamente.
E io ci casco sempre.

Noto poco, quando una cosa mi viene chiesta, se il verbo usato è servire o volere, quando sento che qualcuno mette pressione, sono portata a credere che la pressione sia motivata ecc.
L’educazione che ho ricevuto mi ha aiutato in tanti frangenti, ma va messa da parte in momenti precisi.
Bisogna essere un po’ jerk per fare carriera, niente di nuovo.
Il nuovo è che ora tocca a me.

E l’equilibrio migliore è quello di cedere il passo alla segretaria, ma poi chiederle di terminare un lavoro prima del week end. Essere gentili con i dipendenti, ma ottenere da loro ciò che si vuole. Sorridere ma essere fermi. E mai lasciarsi dire di no.
Sto imparando. Si impara dagli esempi e sto imparando.

E’ stata una settimana dura.
La preparazione del lancio del sito, un convegno MySpace, una competizione per Facebook…
Il convegno MySpace è stato una megafigata : organizzato da Naked, un’agenzia di comunicazione in centro a Sydney. Location fantastica, una showroom/creativeworld tappezzata in damasco di velluto bianco e nero, colma di divani e specchi barocchi, inondata di cuscini e sedie in plexiglas trasparente, sembrava di essere nel mondo di Alice. Ogni stanza aveva un tema per aiutare a pensare : il bagno, il campo da golf, la capanna degli attrezzi. Frigoriferi incassati nei muri, lattine di CocaCola ghiacciate, per porte, cancelli dorati e gli individui più insoliti mai incontrati. Credo T-shirt e sciarpa siano parte della divisa del posto.

Abbiamo presentato il sito, che è piaciuto, ma sarebbe potuto piacere di più. E’ vero che il pubblico era molto tecnico : sviluppatori e UI managers di MySpace, ma l’idea generale andava illustrata un pochino più in dettaglio.
La prossima volta, insisterò per occuparmi del public speaking.

Martedi’ ho fatto ‘riunione’ col boss, mentre mangiava la sua solita scodella di cereali e banana sulla tastiera del Mac. Ho visto un blocco bianco al centro del tutto. Era il latte. Qualcuno aveva abbassato i frigoriferi del’ufficio, nella notte tra lunedi’ e martedi’ ed il latte del capo era diventato un cubo di ghiaccio bianco. Lui non ha fatto una piega. Lo ha sbattuto sugli All Bran e ha aspettato che si sciogliesse, aggiungendo, ogni tanto, qualche goccetto d’acqua per velocizzare il processo di fusione. Sublime. sarebbe stato da fotografare.

Ieri, dicevo, ho sclerato, per le millemila cose da fare e Albi ha sclerato un pochino stasera, perché il boss gli ha chiesto di fare due cose tardissimo.

Fatte, finite, gli ultimi dettagli da aggiungere domani mattina, anche se è sabato e poi pronti per il lungo week-end.
Non sentiremo parlare di ufficio, per qualche giorno, ci eravamo detti.
Ed ho avuto una sorpresa carina : Albi ha portato a casa cibo indiano, il mio gelato preferito e uno splendido mazzo di rose. Un ottimo modo per iniziare un lungo week end.

E poi ?
E poi eravamo entrambi su internet.
Non riusciamo a guaradare troppo a lungo la tele, senza essere almeno connessi ad internet in sincro. Davvero, la TV è lenta, ci si annoia un casino a far solo quello.
Beh, mentre guardavamo un film – About A Boy, con con…H.Grant, l’ho cercato in wikipedia – ci arrivata un’email del capo.

“Ragazzi, è stata una lunga settimana, sono molto fiero di voi, mi piace come lavorate, capite il prodotto alla perfezione, lo state facendo diventare fantastico. Grazie per il vostro aiuto.
Vi ho prenotato un resort per questo week-end. E’ ad un’ora da Sydney, romantico, si mangia benissimo ed è perfetto per fare kite Surf. Check-in domani alle 5. Siete miei ospiti. Vi auguro uno splendido week-end.”

Abbiamo dato un’occhiata al sito del resort: spiaggia, spa, e tantissima natura intorno. “Hide away” lo chiamano e sembra un nome azzeccato.

E quindi eccoci qui, con un grande sorriso a fare le ultime cose online, prima di partire, domani.
Mica male l’indiscreta follia.