Una Settimana Dopo Il Resort

E’ passata una settimana: posso finalmente raccontarvi del resort.
Sabato abbiamo lavorato sino alle sei, poi abbiamo lanciato la muta da kite ed un paio di altre cose in valigia. Anzi, un po’ più di un paio, perché, quando si prepara un bagaglio in fretta, si portano un sacco di cose inutili. Ero più brava quando studiavo a Milano: tanta era l’abitudine a spostarmi ogni due giorni, che il kit valigia lo sapevo a memoria.
Non è andata malissimo neanche questa volta: Albi ed io ce la siamo cavata entrambi con un trolleyno da cabina e poi via nel buio più buio delle strade australiane, verso nord.
Vi perderete – ha detto il boss – e, quando vi perdete, chiedete per The Entrance.
The Entrance è un’insenatura, un’entrata appunto, attraverso la quale il mare penetra verso l’interno della costa a nord di Sydney, creando un grande lago salato e quella che qui chiamano la ‘central coast’.
Ci immaginavamo già a mangiare hot dogs con senape prediluviana in qualche locanda sfigatissima e a dormire nel più squallido dei motels. Chissenefrega -ci siamo detti – sarà un’avventura.
Notare che mi ero predisposta a prenderla bene…
Abbiamo portato i computer più per abitudine che per speranza e più per senso di responsabilità che per utopia da orientamento ho fatto qualche screen shot di Google Maps. Sono un pessimo navigatore. Albi lo sa. Ma sono un pilota ancora peggiore, quindi faccio il navigatore e, agli incroci mi ritrovo sistematicamente a piagnucolare “non lo soooooo”.
Ma questa volta è andata bene.
Ho gestito la situazione come uno scout di vecchia data, messo sul naso gli occhiali di ordinanza, sono persino riuscita a vedere qualche cartello e far prendere alla nostra mini armata Branca Leone la strada giusta alla priiiima.
Beh, non proprio alla primissima: eravamo a neanche un km dal resort, quando mi è scappata una svolta. Mini inversione a U e l’abbiamo imboccata.
Kims è un posto isolato. Canneto, pini centenari, spiaggia e oceano intorno. Gestito dalla stessa famiglia da più di cent’anni, all’inizio era poco più di un baracchino sulla spiaggia, poi è diventato campeggio ed ora resort di lusso.
Una ventina di capanne sulla spiaggia, un ristorante, qualche sentiero nel bosco.
Dalle foto in bianco e nero appese alle pareti della sala principale, intorno al camino si riconosce negli anni sempre la stessa struttura. Il complesso non è amumentato in dimensioni. Solo la qualità è stata portata a livelli altissimi. E le due cose di sposano bene.
E’ un mondo piccolo e curatissimo, in cui ‘it’s all about you’
Non c’è molto da fare, a parte il kite surf, quando c’è buon vento. Ma il bello è proprio che non ci sia nulla da fare.
Lasciarsi coccolare: dal rumore dell’oceano davanti alla porta di casa, dal suono leggero del jazz, dalla spa che è in ogni camera, dalla luce dolce che passa attraverso il canneto, dai pranzi, le cene, le colazioni, i massaggi…
Non facciamo mai vacanze di questo genere: per ora ci interessa vedere il più possiile del mondo, quindi viaggiamo in modo abbastanza semplice – non proprio alla backpacker, perché ‘non abbiamo più l’ètà’ né il tempo per farlo, ma insomma, neanche a livello di spa in camera.
E questi due giorni sono stati un piccolo lusso inatteso che ci ha sorpresi, lusingati e rigenerati un bel po’.
Pensate che, quando siamo arrivati, hanno issato la bandiera italiana. Essi’, da Kims issano una bandiera per ogni nazionalità al momento ospitata.
Sarà la prolungata distanza da casa, un patriottismo un po’ cheap, o un sano senso di appartenenza a qualcosa, ma ci ha fatto piacere vedere quella bandiera. E poi cosi’ grande, tutta per noi, sventolante sull’oceano. Bello.
Aragoste, ostriche, vini squisiti, una quantità di dolci indescrivbile e una meringata alle fragole da delirio.
Nel menu sul nostro tavolo abbiamo letto “Cari Signore e Signora…” e hanno messo i nostri nomiiii.
Beh, cari signore e signora, siamo lieti di accogliervi per la prima volta da kims. Qualche accenno sulla storia e sulle pietanze della serata. La meringata alle fragole è per noi una tradizione. I cuochi di kims la preparano ogni sabato sera da più di cento anni.
E c’è da crederci. WoW.
E’ stato fantastico.
Lunedi’ era vacanza, quindi siamo rimasti da Kims sino a pranzo e poi siamo rientrati tranquillamente a Sydney.
In Italia ci sarebbe stata una coda inimmaginabile, dopo il ponte. Mentre qui: un leggero rallentamento a mettà strada e poi via.
Appena rientrati a casa abbiamo sentito l’urgenza di mettere un po’ d’ordine, perché il nostro casino abituale stridea davvero troppo con gli standard a cui ci eravamo appena abituati. Eh, come ci si abitua presto in certi casi…
E poi? E poi cinema. Sex And The City.
Ablbi ci è chiaramente venuto per me. Io, d’altronde, ero stata a vedere IronMan con lui, quindi siamo pari.
Orde di ragazzine, traballanti su tacchi colorati ci hanno indicato che la sessione precedente alla nostra era appena finita. Eh, anche ad immedesimarsi di fa presto…
Abbiamo acchiappato un cartoncino di patatine fumanti. Io, come al solito, mi sono ustionata la lingua e siamo entrati.
Scarpe, vestiti, quattro ragazze di cui non conoscevo la storia ma che mi hanno fatto provare molta tenerezza e un po’ di nostalgia per le mie amiche e per Parigi. E per la mia borsa Darel che è rimasta nella mia cabina armadio di Saint Germain des Près.
Mercoledi’ abbiamo vinto la competizione per Facebook.
Soddisfazione generale nel nostro piccolo ufficio su Hide Park.
Venerdi’ è stata una giornata splendida: sole e caldo estivi, io lavoravo da casa e sono riuscita a ritagliarmi un paio d’ore per una passeggiata da Cogee a Bronte Bay. E poi ho fatto i biscotti. In questi giorni continuo a fare i biscotti.
Ci abbiamo provato per scherzo una decina di giorni fa (ricetta letta sulla scatola dei cereali) e sono venuti buonissimi, quindi ora mi è preso il pallino.
Anche stamattina a colazione: biscotti fatti in casa.
Ora sono le quattro del mattino e domani dovremmo andare a pattinare a centennial park. La vedo griiiigia.

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